A due anni dal debutto, lo spettacolo “Antropocene. VajontS23” continua a raccogliere interesse in diverse città d’Italia, per la forza dei temi trattati e per la storia vera che porta in scena. La produzione di TOP Teatri Off Padova approderà giovedì 9 ottobre, alle ore 21 all’auditorium “W. Medini” di Buccinasco (Milano), grazie all’invito del Comune a partecipare alla rassegna “Ecologica (R)esistenza a Buccinasco”, di cui è promotrice.
Il progetto si sostanzia in un calendario di eventi, manifestazioni e attività con l’obiettivo di diffondere una cultura volta al rispetto e alla protezione dell’ambiente e al “resistere”, appunto, contro tutti i comportamenti che minano la salute del territorio e del pianeta.
Un contesto nel quale si inseriscono perfettamente lo spettacolo di TOP e la sua “vocazione” a richiamare l’attenzione sui rischi dei cambiamenti climatici, sulle tragedie che potrebbero ancora causare e, al contempo, sulla nostra responsabilità nel cercare di evitarle, o almeno di arginarle, come individui e come comunità. La tragedia del Vajont fu frutto di un intervento scellerato dell’uomo sull’ambiente, non delle crisi climatiche certo, ma similmente i cambiamenti climatici sono il risultato, appunto, dell’Antropocene, o meglio, “del Wasteocene” come lo definisce Marco Armiero nel suo “l’Era degli Scarti – cronache da Wasteocene, la discarica globale” (ed. Passaggi Einaudi).
Lo spettacolo fu rappresentato in prima assoluta la sera del 9 ottobre 2023, al Teatro Sanclemente di Padova, in occasione dell’azione corale di teatro civile VajontS 23, nata da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo e realizzata da Jolefilm, con la collaborazione di Fondazione Vajont. L’opera porta in scena una storia personale, di disobbedienza civile e responsabilità etica: quella di Lorenzo Rizzato, che al tempo del Vajont (ossia della progettazione e della costruzione dell’immane opera come dell’annunciata tragedia) lavorava come “tecnico disegnatore avventizio” all’Istituto di Idraulica dell’Università di Padova, …e scelse di non voltarsi dall’altra parte.
“Antropocene. VajontS23” è un adattamento drammaturgico di Pierantonio Rizzato, figlio di “quel” Lorenzo, che ha voluto far conoscere la storia del padre nel contesto dell’immane tragedia della diga di Longarone. In scena con Pierantonio Rizzato, gli attori Loris Contarini e Gianni Bozza, accompagnati dalle musiche di Paolo Valentini; regia di Erica Taffara e Pierantonio Rizzato.
La storia di Lorenzo Rizzato resta ancora ai più poco nota. Dagli armadi degli uffici universitari del Dipartimento di Idraulica in cui lavora, Rizzato il 12 ottobre 1963 sottrae copia di alcuni documenti che hanno poi dimostrato come fossero noti i rischi di quell’opera e la pericolosità oggettiva della frana già in movimento. Con quel gesto, che cambiò la vicenda del Vajont ma anche la sua vita, il “cittadino” Lorenzo Rizzato scelse di non far finta di nulla e di infrangere la legge assumendosene i rischi. Ne seguirono per lui la perquisizione domiciliare e l’arresto, pochi giorni dopo, e sette giorni di detenzione a Piazza Castello, a Padova, l’allontanamento dal posto di lavoro per quattro anni con una decurtazione dello stipendio che pesò in misura consistente sulla famiglia: la moglie, una figlia piccola e poi un’altra in arrivo (Pierantonio, nacque nel 1966). Infine il processo, teso chiaramente non tanto a colpire “un ladro”, quanto piuttosto a intimidire politicamente chi avesse avuto voglia o intenzione di far luce sulla verità.
L’ingresso è gratuito.