“Antropocene. VajontS23”: a sessant’anni dal disastro, TOP-Teatri Off Padova racconta la storia di coraggio di Lorenzo Rizzato.

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«Tornando indietro rifarei tutto. Sono fiero di quello che ho fatto, nessun pentimento. Certo però che mi sono sentito solo. Non tanto in carcere dove mi sono anche divertito e ho scritto un’opera teatrale, quanto fuori, nelle occasioni in cui si è parlato del Vajont. Io non cerco riconoscimenti ufficiali, non voglio medaglie ma vorrei che il passato non venisse dimenticato, che da quello si potesse partire per costruire un futuro migliore». Sono parole di Lorenzo Rizzato, teatrante, che al tempo del Vajont (ossia della progettazione e della costruzione dell’immane opera come dell’annunciata tragedia) lavorava come “tecnico disegnatore avventizio” all’Istituto di Idraulica dell’Università di Padova, …e scelse di non voltarsi dall’altra parte. È questa storia personale in particolare, di disobbedienza civile e responsabilità etica, che Top-Teatri Off Padova ha deciso di raccontare la sera di lunedì 9 ottobre alle ore 21.15 al Teatro Sanclemente di Padova (via Messico, Granze di Camin), in occasione dell’azione corale di teatro civile VajontS 23, nata da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo e realizzata da Jolefilm, con la collaborazione di Fondazione Vajont, allo scopo di richiamare l’attenzione sui rischi del cambiamento climatico e sulle tragedie che potrebbe ancora causare, e al contempo sulla responsabilità nostra nel cercare di evitarle, come individui e come comunità.

Ultima produzione di TOP, lo spettacolo “Antropocene. VajontS 23” è un adattamento drammaturgico di Pierantonio Rizzato, figlio di “quel” Lorenzo, che parte dal testo teatrale messo a disposizione da Marco Paolini per il progetto nazionale – che a sessant’anni esatti dalla tragedia vedrà agire insieme oltre 150 teatri in tutta Italia –, integrandovi brani tratti da “La tragedia del Vajont, ecologia politica di un disastro” di Marco Armiero (G. Einaudi editore)  e “L’acqua non ha memoria, storia salvata del disastro del Vajont” di Piero Ruzzante con Antonio Martini (Utet) e “Tiente Neto” di Ernesto Milanesi.

In scena con Pierantonio Rizzato, nel ruolo di protagonista, gli attori Loris Contarini e Gianni Bozza, e un “coro” composto da studenti universitari dell’Ateneo patavino, insieme al musicista Paolo Valentini; la regia è di Erica Taffara.

La storia di Lorenzo Rizzato resta ancora ai più poco nota. Dagli armadi degli uffici universitari in cui lavora, Rizzato il 12 ottobre 1963 sottrae copia di alcuni documenti che hanno poi dimostrato come fossero noti i rischi di quell’opera e la pericolosità oggettiva della frana già in movimento. Con quel gesto, che cambiò la vicenda del Vajont ma anche la sua vita, il “cittadino” Lorenzo Rizzato scelse di non far finta di nulla e di infrangere la legge assumendosene i rischi. Ne seguirono per lui la perquisizione domiciliare e l’arresto, pochi giorni dopo, e sette giorni di detenzione a Piazza Castello, a Padova, l’allontanamento dal posto di lavoro per quattro anni con una decurtazione dello stipendio che pesò in misura consistente sulla famiglia: la moglie, una figlia piccola e poi un bambino in arrivo, Pierantonio appunto. Infine il processo, teso chiaramente non tanto a colpire “un ladro”, quanto piuttosto a intimidire politicamente chi avesse avuto voglia o intenzione di far luce sulla verità.

Per info e prenotazioni: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-antropocene-vajonts-23-725643117097?aff=oddtdtcreator&fbclid=IwAR2hfTdp43b_BHWADxjcbsJ6k1UK4umr5IGPEw–4kYO1ZmPBb6WCwwOqyo