Sarajevo, Mon Amour

Sabato 12 marzo 2022 - ore 21:00 - Teatro Sanclemente - via Messico snc - Padova
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con Gianmarco Busetto e Carola Minincleri Colussi | testi di Gianmarco Busetto | ricerca drammaturgica e regia Gianmarco Busetto Carola Minincleri Colussi | Regia tecnica Marco Duse con il supporto di Pietro Zotti | Supporto all'interpretazione Elena Friso | Graphic project Marina Renzi | Organizzazione Martina Gramola | Booking Innocenzo Capriuoli | Comunicazione Brixhilda Shqalsi | Produzione Farmacia Zooè 2020 | Progetto realizzato con il sostegno di Teatro del Lemming, Rovigo, In Metamorfosi. Residenze per la ricerca teatrale 2019, Estro Teatro, Trento, Fantasio Festival Internazionale di Regia teatrale 2019, Festival Operaprima, Rovigo 2020, Assessorato alla Cultura del Comune di Zero Branco – Auditorium Villa Guidini

Chi vince al gioco dell'odio?

"Sarajevo, mon amour" è una storia di resistenza che nasce da un viaggio compiuto da Gianmarco Busetto e Carola Minincleri Colussi nel 2018, una ricerca sui 1.425 giorni d'assedio vissuti dalla città di Sarajevo tra il 1992 e il 1996 durante la Guerra dei Balcani, poi influenzata dall'esperienza di assedio vissuto durante la pandemia.
Va in scena il teatro dell'odio per l'altro, per il vicino di casa, il fratello, l'odio etnico infervorato dalla propaganda, capace di generare uno stravolgimento della scala dei valori delle persone, che fino all'inizio della guerra spesso non avevano la più pallida idea dell'etnia a cui appartenevano. Vanno in scena le conseguenze dell'accettazione sociale del dilagare dell’intolleranza verso la diversità. Per narrare di questo pericoloso gioco dell'odio, qui si racconta una storia d'amore: quella tra Boško Brkic e Admira Ismic, conosciuti come "Giulietta e Romeo dei Balcani", fidanzati di etnie e origini differenti, uccisi da un cecchino e morti abbracciati sul ponte di Vrbanja, mentre cercavano di fuggire insieme da Sarajevo, per poter continuare ad amarsi e a vivere la loro vita.
"Sarajevo, mon amour", è una serie di storie, quella di chi racconta, quella di chi è raccontato, quelle di chi osserva e ascolta, storie che si incontrano nella memoria sanguinosa di una città dilaniata dall’odio, una città in cui due ragazzi che potrebbero essere chiunque in un futuro qualsiasi, combattono contro le granate, i cecchini, la sete, contro la storia che, in ogni conflitto, vorrebbe vittima chi non smette di amare.