Millimetri (Sensazioni di cose minime)
Di e con:
Loris Contarini, liberamente tratto da “Il libro dell’inquietudine” di Fernando Pessoa
Musiche originali di:
Paolo Valentini
Collaborazione artistica:
Sandra Zabeo
Regia:
Loris Contarini
Produzione:
Amistad Teatro, Teatri Off Padova
Anno:
2019
Sinossi e note di regia
Un attore che ogni sera legge la stessa poesia, e ogni sera di più la poesia gli entra fra le pieghe più intime, diventa sua: diventa la sua pelle e la sua carne, il pensiero dominante, la sua insonnia, la sua realtà. E si dilatano i suoi pensieri, come fosse la poesia a dilatarsi, si insinuano sempre di più tra i versi le sue sensazioni fino a non esserne più distinti.
Sul palcoscenico, ogni sera, i pensieri, le sensazioni aderiscono alla poesia, si lasciano aderire, entrano a farne parte fino a creare un corpo unico, un unico flusso di parole. “Vivere è essere un altro” dice l’attore. Ma chi è veramente a parlare? Parole sue o del poeta?
Un attore solo, come solo è sempre stato il poeta, Fernando Pessoa con la sua straordinaria poesia, le contraddizioni, il suo abbattere per innalzare, il suo nascondere per rivelare. “Il no che contiene il sì”, ha detto qualcuno.
E come il poeta usava la propria mansarda e i propri fogli per esistere e si moltiplicava per poter “sentire tutto”, l’attore usa la presenza sul palcoscenico e il pubblico per lo stesso motivo e si moltiplica, vive essendo un altro ma forse non è mai stato così veramente sé stesso. Il palcoscenico diventa così un modo e un luogo per interagire col mondo. Una solitudine “esibita” per mancanza di alternative.
Fuori dal palcoscenico, senza il pubblico resta solo la solitudine.
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